TREISO

Una perla preziosa incastonata nella bassa Langa e immersa nei vigneti più famosi del mondo


Una strada in salita, tra i vigneti a Nebbiolo, Barbaresco e Dolcetto, nella Langa più genuina e naturale, nel cuore della zona del Barbaresco, è il percorso che conduce a Treiso, sito UNESCO a 410 mt di altitudine e distante circa 9 km da Alba, 5 km da Barbaresco e altri 5 km da Neive.

E’ un piccolo paese Treiso, uno "spicchio"di Langa, con la Chiesa e il campanile al centro di una piazza (una delle più grandi di tutte le Langhe), attorno a cui si raggruppano e sviluppano case sparse lungo il territorio circostante. 

C'è la vista a Treiso che colpisce dritta al cuore, una sorta di terrazzo su un meraviglioso panorama fatto di vigneti e colline che cambiano colore con le stagioni.

"Da quella piazzetta si domina un po’ di Langa a sinistra e a destra le colline dell’Oltretanaro dopo le quali c’è la pianura in fondo a cui sta la grande città di Torino. I vapori del mattino si alzavano adagio e le colline apparivano come se si togliesse loro un vestito da sotto in su. Disse Negus, come tra sé:- Questo mondo è fatto per viverci in pace".

- Beppe Fenoglio, L’andata -

Il nome di Treiso è indissolubilmente legato a quello del Barbaresco. 

Tresio si trova infatti nel cuore della zona del Barbaresco, esattamente nel punto di incontro di 5 colline.

La struttura del territorio è formata da una cospicua intelaiatura di lunghe colline, alternate da valli profonde e di media larghezza. Frequenti sono i calanchi, effetto estremamente affascinate del fenomeno erosivo dell’acqua. La zona del Barbaresco dal punto di vista geologico non si differenzia sostanzialmente dalla zona del Barolo. 

Tutta la zona del Barbaresco è di origine Miocenica (appartiene cioè all’Era Terziaria o Cenozoico) e di formazione marina, ad eccezione delle aree alluvionali di origine Olocenica (Era Quaternaria o Neozoico). Il suolo è costituito prevalentemente da marne calcaree, depositi sedimentari che salirono in superficie con il graduale sollevamento del fondo del mare primordiale che copriva il bacino del Po. Pur omogenea, la zona del Barbaresco si può differenziare in due parti in base ai tipi di terreno prevalenti:

·  I terreni di Treiso, San Rocco Seno d'Elvio e Neive, a sud del centro abitato, appartengono alle "Formazioni di Lequio" (Tortoniano-Serravalliano), caratterizzate da strati di marne compatte grigie, alternati a strati di sabbia.

· I terreni di Barbaresco e la parte di Neive che è addossata a Barbaresco appartengono alle "Marne di Sant'Agata Fossili" (Tortoniano), caratterizzate da marne bluastre calcaree.

Un altro importante elemento, primario per definire qualità e carattere di un’uva come il nebbiolo, così difficile da maturare completamente, con il suo bisogno di procurarsi la massima quantità di calore e irraggiamento solare, è l’altitudine. 

L’altitudine sul livello del mare è compresa tra 150-450 metri, praticamente la fascia ideale per la coltura della vite a queste latitudini. Ma a questo punto s’impone un chiarimento: deve essere evitata l’identificazione automatica fra bassi livelli e maggior calore, dato che esposizione, posizione dei pendii, presenza o assenza di correnti di vento e configurazione del paesaggio sono anch’essi di importanza fondamentale nel determinare un preciso microclima. È tuttavia interessante notare che le nove località citate come “posizioni scelte” da Fantini alla fine del XIX secolo – Cascina Nuova, Cascina Bruciata, Casotto, Ghiga, Rivosordo, Roncagliette, Manzola, Frattino, Valeirano - rientrano tutte in una fascia abbastanza ristretta di valori di elevazione. Le loro altitudini in metri sopra il livello del mare sono rispettivamente: 278, 321, 316, 210, 260, 334, 219, 260. Tuttavia, senza lasciarsi andare a facili generalizzazioni, la gamma d’altitudine ideale per il Barbaresco sembra trovarsi all’incirca fra i 200 e i 350 metri.  

Benché il territorio del Barbaresco sembri essere di dimensioni ampie, la superficie totale di vigne impiantate a nebbiolo da Barbaresco non è particolarmente grande: poco più di 700 Ha (con esattezza 733 Ha nel 2014), meno del 40% della dimensione del Barolo. 

La scarsa percentuale di tale varietà rispetto alla dimensione globale dell’area vitata non sorprende in quanto il nebbiolo è sì tra le varietà più prestigiose e aristocratiche d’Italia, ma anche una delle più esigenti in fatto di terreni ed esposizione climatica.  

Nonostante ciò, le vigne sono il "monumento" più importante di questa terra, affascinanti per chi viene in visita e motivo di fierezza per chi ci abita. 

 
 

E' da queste vigne che nascono alcuni dei vini più importanti del Piemonte, il Barbaresco tra tutti, vino rosso pregiato che ha guadagnato la meritata Denominazione di Origine Controllata e Garantita.

E’ un vino prodotto da uva nebbiolo, regina dei vitigni di Langa per le sue oggettive caratteristiche genetiche eccellenti (complessità aromatica, potenza tannica e maggiore longevità), a cui vengono riservati i versanti collinari esposti a mezzogiorno dei 4 Comuni in cui il Barbaresco si produce:

BARBARESCO - NEIVE - TREISO - FRAZIONE SAN ROCCO SENO D'ELVIO)

La produzione e le successive operazioni di vinificazione e di invecchiamento del Barbaresco vengono obbligatoriamente effettuate all’interno di questi 4 comuni cuneesi. 


IL CLIMA


Dal punto di vista climatico la zona del Barbaresco ha caratteristiche tipicamente continentali, con inverni che si possono definire rigidi, durante i quali si hanno precipitazioni elevate anche nevose. Le estati presentano un andamento caldo e umido, mentre le stagioni intermedie sono contrassegnate da piovosità e da sbalzi termici tra il giorno e la notte talvolta rilevanti. 

Per quanto riguarda le temperature fanno testo i seguenti valori: Inverno +2°, primavera +10°, estate+20°, autunno +10°C.  

Le temperature medie oscillano dai 10°C a 25°C, pur toccando punte più elevate in estate e notevolemente inferiori in inverno. 

Circa le precipitazioni atmosferiche, le piogge sono caratteristiche della primavera e dell’autunno, le nevicate dell’inverno, le giornate di sole e i temporali dell’estate. La piovosità media risulta tra gli 800 e i 900 millimetri annui. I venti sono relativamente scarsi, essendo queste zone “protette” a Sud-Ovest dalle Alpi Marittime e dall’Appennino Ligure.

Neanche le nebbie raggiungono livelli di grande intensità: sono limitate a banchi nebbiosi, prodotti dal Tanaro, che possono raggiungere le colline del barbaresco e colmare le valli.